La newsletter di My Social Web #46
Quando usare la forma passiva?
Nel momento in cui si vuole dare risalto al complemento d’agente. E quando quest’ultimo non è particolarmente importane o, per qualche motivo, non si vuole mettere in evidenza.
Quando devi scrivere un articolo di giornale, soprattutto un pezzo di cronaca, può essere utile usare la forma passiva. Ad esempio: “Due uomini sono stati uccisi a Milano”. Se il soggetto non è noto, questa soluzione è l’unica possibile.
La centralità della formattazione
Quando formatti i testi del tuo contenuto online devi sempre considerare l'utilità che può avere quest'operazione sul pubblico. Non stai formattando per te.
Qualche consiglio utile? Il grassetto deve essere ben distribuito, inutile mettere blocchi di nero per evidenziare concetti: serve solo ad appesantire la lettura.
Il corsivo su usa per i forestierismi e per le citazioni, non aggiungere questa funzione a caso. Lo stesso vale per il sottolineato. Anzi, quest'ultima formattazione è da evitare perché il sottolineato deve essere appannaggio dei link. I quali devono essere:
Di colore differente.
Con cambio colore al passaggio del mouse.
Di colore diverso una volta cliccato.
Altro aspetto importante: le liste puntate. Aiutano sempre e permettono di velocizzare la scansione degli elementi. proprio come avviene con l'allineamento a bandiera. Bandito il giustificato perché crea spazi non omogenei.
Per approfondire:
Il modo di fare personal branding sui social
Oggi è praticamente indispensabile per un libero professionista avere dei profili social curati. Questo significa scegliere cosa condividere e alimentare le discussioni.
Dal mio punto di vista esistono dei temi tabù da non trattare? Sì, uno su tutti: il lamento. Non bisogna lamentarsi del proprio lavoro sui social. Quindi mai:
Criticare il lavoro altrui.
Piangere per il troppo stress.
Lamentarsi dei clienti che non pagano.
Rinfacciare determinati trattamenti.
Se ci sono delle questioni da risolvere lo si fa in privato. Anche per vie legali. Ma sui social non bisogna sfogarsi. Tutto inutile: la tua bolla ti appoggerà.
Ma sarà solo una visione limitata e miope. Altri clienti potrebbero vedere il tuo modo di comunicare come una minaccia. E se esageri puoi beccarti anche una denuncia.
In sintesi, mai lamentarsi.
La pagina archivio per autore sul blog
Spesso questo argomento viene tralasciato e messo da parte per concentrare l'attenzione su altro. Ma in un'ottica di ottimizzazione generale del sito web o del blog suggerisco di valutare con attenzione la pagina archivio per autore.
Ogni utente che scrive articoli del blog ha una pagina archivio in cui si sintetizzano tutte le pubblicazioni. Il problema sorge nel momento in cui c'è un unico autore: la pagina sarà simile all'archivio generale del blog.
Questo nodo non si pone nel momento in cui ci sono più autori, le pagine archivio saranno differenti. ma il singolo autore comporta automaticamente la creazione di pagine e pagine inutili, duplicate.
La soluzione: imposta Yoast in modo da eliminare gli archivi autore. Inoltre, se il tuo tema lo permette, crea una pagina autore personalizzata aggiungendo un po' di biografia e link ai profili social. Google ama avere delle forme autorevoli e verificabili.
L'importanza delle categorie di un blog
Spesso i colleghi blogger pensano di poter scegliere le categorie di un blog senza una pianificazione adeguata. Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Tu lo sai?
Tag e categorie sono due metodi per organizzare i contenuti di un blog. Le categorie vanno intese come macro contenitori che riproducono gli argomenti principali, i tag come etichette per descrivere trasversalmente i post del blog.
Questo dettaglio organizzativo - la scelta di tag e categorie - ti consente di definire l'intera evoluzione del progetto. Io di solito cerco di creare delle categorie:
Capaci di intercettare un intento di ricerca.
Che non intralcino il ranking di altre pagine.
In grado di svilupparsi nel tempo con naturalezza.
Che posso anche ottimizzare e posizionare su Google.
Se una categoria non è abbastanza ampia rimane vuota e si trasforma in un thin content. Se è troppo verticale potrebbe essere sostituita con un pillar article e non ti posizionerai mai. Quindi, guai a chi sceglie le categorie senza pensare.
Sul buon uso dei cliffhanger
Ho ricominciato Lost. Da zero. Te la ricordi questa serie?
Dopo tanti anni ho deciso di rivedere una serie che ha fatto da scuola a tante realtà che oggi non hanno 1/10 del carisma narrativo di questo prodotto.
Sai cosa ho notato?
Più di ogni altra cosa, è il cliffhanger che fa la differenza. Ovvero, quella sezione finale dell'episodio che lascia con il fiato sospeso chi legge.
L’internal cliffhanger è una tecnica di scrittura per mantenere l’attenzione del lettore e incoraggiarlo a continuare a leggere. Si tratta di una sorta di suspense creata dall’autore per tenere il lettore in sospeso, lasciandolo con una domanda.
Devi usare le parole ponte che traghettano l'utente da un punto all'altro ma lo devi anche interrompere, bloccare. Rimane attaccato al testo.
La curiosità è il tuo punto di forza.
Sfida il lettore, stuzzica il suo orgoglio invitalo a fare qualcosa o a lasciare un contributo nei commenti anche se non sei alla fine del post.
Usa l’ironia, collega due paragrafi con una battuta o chiudi un periodo con un’osservazione divertente: fai capire al lettore che si continua a leggere.
Insinua il dubbio nelle certezze del lettore, e guidalo verso il paragrafo che riassume la risposta. Il ritmo deve essere piacevole, senza forzature e imposizioni.
Stimola la curiosità, fa’ in modo che la lettura del paragrafo successivo si indispensabile per completare l’insieme. Ed evita, quindi, periodi inutili.
Per approfondire: Internal cliffhanger, come usare queste tecniche di copywriting